ARZIGNANO
EPIFANIA (06/01/2025)
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PSICOGEOGRAFIA
DI GIORGIO VIALI
La psicogeografia è una metodologia di analisi dello spazio urbano sviluppata nei primi anni cinquanta dal movimento avanguardistico dei lettristi.
Tra psiche e ambiente
Nel primo numero del bollettino dell'Internazionale Situazionista, pubblicato nel 1958, la psicogeografia è descritta come lo "Studio degli effetti specifici che l'ambiente geografico, sia esso progettato consapevolmente o meno, esercita direttamente sul comportamento emotivo degli individui". In questo contesto, la psicogeografia si allinea al determinismo ambientale, un concetto già esplorato da Friedrich Ratzel a metà Ottocento, che analizza le relazioni tra ambiente e natura in modo unidirezionale, considerando l'influenza della natura/architettura sugli esseri umani, ma non viceversa.
Questa metodologia porta a una critica severa dell'uso e dello sviluppo degli spazi urbani, visti come strumenti di coercizione da parte delle classi dominanti nei confronti dei cittadini. La teoria promuove quindi la decostruzione degli ambienti urbani e la creazione di nuovi spazi caratterizzati da breve durata, continua mutazione e mobilità. La psicogeografia indaga le interazioni tra psiche e ambiente, assumendo un atteggiamento sovversivo nei confronti della geografia tradizionale e ponendo al centro dei suoi obiettivi la ri-definizione creativa degli spazi urbani.
La psicogeografia si presenta sia come un gioco che come un metodo pratico per identificare le forme più appropriate di decostruzione di specifiche aree metropolitane. La tecnica dell'esplorazione psicogeografica, nota come deriva, implica un passaggio improvviso attraverso ambienti diversi.