ARZIGNANO

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ARZIGNANO

TESTO IBRIDO

PITTURA

ATIPOGRAFIA

La prima personale europea di Tarcísio Veloso, talentuoso pittore brasiliano autodidatta, è una suggestiva promenade artistica nel sogno, nell'essenza della vita, nel mistero e nell'innocenza. Curata da Elena Dal Molin e Alessandra Maria Venditti presso la galleria Atipografia di Arzignano (Vicenza), la mostra "Olhares" (Sguardi) presenta tredici oli su tela realizzati tra la fine del 2023 e il 2024. Le opere, caratterizzate da una figurazione classica riletta in chiave contemporanea, si distinguono per gli sguardi intensi e penetranti dei soggetti, che instaurano un dialogo diretto con l'osservatore, ribaltando i tradizionali rapporti tra soggetto e spettatore.

Il dipinto di maggiori dimensioni, "Uma Deusa Bruxa Fada" (Una Dea Strega Fata), introduce la poetica di Veloso, originario della Bahia, regione del Brasile che coniuga paesaggi lussureggianti e aridità. Le sue figure, statuarie e impassibili, rivelano un forte cromatismo e un'aura di mistero, riflettendo il sincretismo culturale della sua terra d'origine. Altre tele di grandi dimensioni, come "Viado" (che raffigura una figura metà ragazzo metà cerbiatto in lotta contro la volgarità sociale) e "Pedido ás Estrelas" (Richiesta alle stelle), con il suo enorme fiocco simbolo di costruzione e distruzione, esplorano temi di identità e resilienza.

I dieci ritratti di minori dimensioni, invece, mettono in luce la maestria di Veloso nel ritratto, richiamando la grande tradizione pittorica rinascimentale italiana con un tocco barocco. I suoi personaggi, bambini e bambine spesso rappresentati con un'inquietante innocenza (come in "Inocente?"), sono immersi in una penombra che ne esalta i tratti e la carica espressiva. "Mediadores" (Mediatori), che ritrae due bambini con uno sguardo adulto e consapevole, incarna l'eterno conflitto tra bene e male.

"O Bilhete" (Il bigliettino), forse l'opera più coinvolgente, rappresenta una figura nera vestita di giallo con una seconda pelle color carne, evocando secoli di sfruttamento coloniale e il dolore della sottomissione. Questa riflessione sulla storia si approfondisce in "O Diabo é Europeu?" (Il Diavolo è Europeo?), dove un personaggio ariano in veste imperiale rossa incarna la drammatica eredità del colonialismo europeo.

Veloso descrive la sua arte come profondamente legata al sogno. "Voo notturno" (Volo notturno) ne è un esempio emblematico: una figura che si eleva da terra, sospesa nel tempo, tra magia e sensualità. "Piabinha" (Piccola piaba), che rappresenta un pesce con il corpo superiore di una figura sensuale, aggiunge un ulteriore livello di mistero e interrogativi sul senso dell'esistenza. In definitiva, la mostra "Olhares" offre un'esperienza visiva potente e riflessiva, che esplora le profondità dell'anima umana e le complessità della storia attraverso lo sguardo unico di Tarcísio Veloso.


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