ARZIGNANO
TESTO IBRIDO
TARCISIO VELOSO GUARDA ARZIGNANO
La prima personale europea di Tarcísio Veloso, un talentuoso pittore brasiliano classe 1991 e autodidatta, si presenta come una vera e propria promenade artistica tra sogno, vita, mistero e innocenza. La mostra, intitolata "Olhares" (Sguardi), è stata proposta dalla galleria Atipografia di Arzignano, vicino a Vicenza, e presenta tredici opere realizzate in olio su tela, tutte datate alla fine del 2023 e all'anno in corso. Gli spazi post-industriali della galleria, recentemente convertiti in un'accogliente sede per l'arte contemporanea e residenze per artisti, ospitano queste opere.
Elena Dal Molin, curatrice della mostra insieme ad Alessandra Maria Venditti, ha scelto di presentare Veloso per la sua figurazione classica che riesce a dialogare con la contemporaneità. «Tarcísio riesce a catturare l'osservatore con sguardi penetranti, creando un'interazione unica tra il soggetto e chi guarda», spiega Dal Molin.
La tela di apertura, "Uma Deusa Bruxa Fada" (Una Dea Strega Fata), introduce il visitatore all’universo artistico di Veloso. Originario della regione bahiana del Grande Sertão, l’artista ha trascorso gran parte della sua vita in contesti metropolitani, ma le atmosfere della sua città natale, Correntina, continuano a influenzare la sua arte. Le figure che dipinge sono maestose e impassibili, con sguardi intensi che evocano il mistero e il sincretismo di una regione marginale del Brasile. Tra le opere di grandi dimensioni, spiccano "Viado" e "Pedido ás Estrelas" (Richiesta per le stelle), che affrontano temi di identità e costruzione simbolica.
Le dieci opere di dimensioni più contenute rivelano ulteriormente il talento di Veloso, mostrando influenze dalla grande scuola ritrattistica cinquecentesca italiana e un uso luminoso dei colori. I ritratti di bambini, simboli di innocenza e inquietudine, sono particolarmente significativi. In "Inocente?" (Innocente?), ad esempio, la presenza di un lupo accanto al bambino solleva interrogativi sulla vera innocenza. "Mediadores" (Mediatori) mostra una coppia di bambini con sguardi maturi, riflettendo il conflitto tra bene e male che caratterizzerà la loro vita.
La tela "O Bilhete" (Il bigliettino) emerge come una delle opere più coinvolgenti, in cui un uomo di colore vestito di giallo tiene un fiore e un biglietto, mentre un secondo strato di pelle chiara suggerisce una riflessione sull'eredità coloniale e il dolore derivante da secoli di sfruttamento.
In "O Diabo é Europeu?" (Il Diavolo è Europeo), Veloso rappresenta il diavolo con tratti ariani e una veste rossa, creando un'atmosfera inquietante per chi si confronta con la Storia. L’artista sottolinea il ruolo del sogno nella sua vita quotidiana, un tema che si riflette in opere come "Voo noturno" (Volo notturno), dove la figura in volo esprime un desiderio di trascendere il terreno.
La sensualità emerge anche in "Piabinha" (Piccola piaba), dove un pesce tipico della sua terra si trasforma in una figura mitologica, creando un’interrogazione sul senso dell'esistenza attraverso uno sguardo carico di mistero. In sintesi, la mostra di Tarcísio Veloso invita a una profonda riflessione sull'identità, la storia e il mistero della vita attraverso l'arte.
FOTOGRAFIA - GIORGIO VIALI
MAGIC REALISM AND SYMBOLISM IN VELOSO’S WORKS
Veloso's artwork features decontextualized human and mythological figures that embody elements of Magic Realism through their stylistic codes, language, and atmospheres while exuding a classical statuary quality. Much like the paintings of the Renaissance and late Renaissance, light plays a crucial role in his compositions, illuminating both technical and symbolic facets. The subjects are often set against bright, almost overexposed backgrounds, yet the skillful application of chiaroscuro and shadows adds layers of intimacy and mystery. The exhibition opens with "Uma Deusa Bruxa Fada" (2024), depicting a woman holding the hand of a little girl dressed in purple, whose captivating gaze draws the attention of all who encounter it. Adorned with a pointed witch’s hat and clutching a magic wand, the two female figures are enveloped by a wealth of symbolic elements: an owl representing conscience, a cat symbolizing instinct, and a cloud overhead serving as a cautionary emblem of the uncertain times we all navigate.
DUALITY, MAGIC, AND QUEER CULTURE: RECURRENT THEMES IN VELOSO’S ENIGMATIC PAINTINGS
The exhibition continues with "Aquele que se esconde no subconsciente" (2024), inviting viewers to reflect on the duality of human nature, encompassing both good and evil—a theme that recurs in Veloso’s enigmatic works, such as "Inocente?" (2024) and "Mediadores" (2023). Each painting offers a glimpse into an experience, emotion, or facet of the artist’s life, expressed through his unique artistic lens. Among these emotionally charged pieces is "Piabinha" (2024), where the magical yet solitary protagonist pays the price for her exceptional nature, and "Viado" (2024), which powerfully critiques the discrimination faced by the queer community in Brazil.
A GLIMPSE OF THE EXHIBITION SET-UP
"Olhares" is an intimate exploration of Veloso’s inner world, resonating deeply with viewers’ eyes and hearts. The exhibition provokes thought, intrigue, and ultimately reassures us of the shared nature of our internal struggles. The thoughtfully designed set-up by Dal Molin and Venditti contrasts Veloso’s richly symbolic, colorful figurative works with the minimalist modernist architecture of the gallery. Aside from a few paintings mounted on the walls, the majority are displayed on easels draped with flowing pink fabric, prompting the question: what lies hidden beneath? Are reality, our world, and the lives of ourselves and others merely a reflection of what we can see?